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Alta Langa: esistono dei competitors?
Vediamo insieme in questa analisi del Wine Educator Davide Buongiorno se le bollicine Piemontesi fanno concorrenza agli altri spumanti italiani
Overview Spumanti Italiani
Questo articolo nasce da un dato di fatto fondamentale: la crescita costante del mercato delle bollicine dal 2003 ad oggi contro la crescita lenta e graduale del mondo dei vini fermi.
Lo Champagne è e rimarrà il leader incontrastato e guida la Liv-ex nei fine wine nel mondo e in generale gli Spumanti Francesi occupano più del 50% a valore del mercato delle bollicine nel mondo contro il nostro 22-3% a valore.
Le Bollicine italiane che hanno subito un exploit di export nel 2021 del +23% rispetto al 2020 e 15% rispetto al 2019; un successo anche interno dove la domanda ha avuto una crescita del 27% in valore degli acquisti degli italiani che continuano ad acquistare però tanto Champagne (siamo i settimi importatori di Champagne nel mondo ma a valore siamo quarti con una crescita costante negli ultimi 5 anni).
C’è da considerare ad onere del vero che la crescita di export e produzione è stata determinata principalmente dal Prosecco (di cui in questo articolo non parleremo) mentre la crescita dei vini Spumanti DOP è stata (a livello di export) in decrescita a discapito però di una crescita interna di consumo di spumanti made in Italy.
E L’Alta Langa?
L’Alta Langa è sicuramente una denominazione in fortissima crescita, dietro la Franciacorta, dovuta molto semplicemente alla lettura dei seguenti valori.
L’Alta Langa fa la sua prima uscita ufficiale del nuovo spumante piemontese metodo classico nel maggio del 1999 e nel giugno del 2001 nasce il Consorzio dell’Alta Langa e nel Novembre finalmente viene approvata la DOC: grazie alle 7 case fondatrici: Barbero 1891 (Enrico Serafino), Bersano & Riccadonna, Giulio Cocchi, Fontanafredda, Gancia, Martini & Rossi, Vigne Regali (Banfi).
L’Alta Langa nel 2011 diventa DOCG e oggi i 20ha ettari coltivati a livello sperimentale nel 1991 (30 anni dopo il Franciacorta quando nel 1961 11 pionieri coltivano 29 ha di terreno e producono i primi 2 mila ettolitri di Pinot di Franciacorta) sono diventati nel 2021 377 ettari e non sono ancora tutti in produzione e/o le prime produzioni vedranno la luce nel 2026.
I dati parlano chiaro:
- 50 case di spumanti associate al consorzio più altre 30 circa non consorziate
- 90 diverse etichette
- Le uve sono Pinot nero (⅔ di impianti) e Chardonnay (⅓), ma un 10% di vitigni autorizzati dalla Regione Piemonte possono essere utilizzati nell’assemblaggio finale.
- 3.000.000 di bottiglie prodotte dalla vendemmia 2021 (quindi le bottiglie nel mercato sono molto inferiori) in 5 anni dovrebbero raggiungere i 4 Milioni di produzione più o meno.
- Mercato interno: 90% Export: 10%
Fonte: https://www.altalangadocg.com/ e Giulio Bava presidente del Consorzio
I Punti di Forza intrinseci:
Sono molti i punti di forza di questa DOCG che le permetteranno nel futuro di differenziarsi e trovare la sua strada.
Solo Spumanti Millesimati vale dire le uve devono unicamente provenire da un’unica vendemmia, fattore che in molte denominazioni in Italia e nel mondo viene spesso non incluso, infatti molti spumanti o sparkling wine hanno il Non Vintage/Sans Année option che spesso rappresenta una buona percentuale di produzione del totale. Questo non fa altro che garantire all’Alta Langa un posto di assoluto privilegio nel panorama delle bollicine rispetto a molte altre denominazioni:
- La Vintage Variation che tanto caratterizza anche tutti i grandi vini di Langa e del Piemonte intero. Una grande/media/piccola annata non fanno altro che aumentare o diminuire nel mercato il bilancio domanda offerta prezzo incrementando l’interesse ed il wine hunting degli appassionati.
- Altezza dei vigneti minimo 250m slm (spesso ci sono vigne posizionate ad altezze sopra i 500 metri) che aiuta a garantire un grande freschezza aromatica ed acidità grazie alle forti escursioni termiche estive, ad inverni rigidi e freddi e grande continentalità tutti elementi fondamentali per i grandi spumanti Metodo Classico.
- Minimo 30 mesi sui lieviti. Un disciplinare lungo e rigido (gli Alta langa praticamente escono contemporaneamente con i Barolo, che coincidenza vero?) che implica lunghe attese stesse che generano aspettativa ed interesse.
I Punti di Forza estrinseci:
L’Alta Langa giova di tre fattori estremamente favorevoli:
- Molti degli entrepreneurs più importanti hanno un bagaglio di conoscenza del mercato del vino di grande qualità avviato e ben rodato ed usano le stesse modalità di promozione che aiuta a far parlare di una denominazione che nel prossimo futuro entrerà nel mercato dei vini di medio-alto valore. Ps: diciamo che le prime aziende produttrici sono: Fontanafredda, Serafino, Gancia, Contratto, Cocchi e Banfi poi esistono diverse entità ben conosciute quali Ettore Germano e giovani rampanti quali Marcalberto. C’è molta energia nell’aria.
- Minimo 30 mesi sui lieviti. Un disciplinare lungo e rigido (gli Alta langa praticamente escono contemporaneamente con i Barolo, che coincidenza vero?) che implica lunghe attese generando aspettativa ed interesse.
- L’Alta Langa offre ampie proposte Naturalistiche non solo legate all’indotto vino. Boschi e passeggiate, produttori di formaggi, salumi e miele etc di assoluto livello danno la possibilità al turista di riconnettersi con la natura ed eludere le folle, molti stranieri infatti hanno preferito queste zone rispetto alla Bassa Langa.
Cosa Manca all’Alta Langa prima di potersi affermare a livello nazionale e mondiale:
- Manca la consapevolezza di avere un prodotto di grande carattere, struttura e longevità che possa senza paura per prezzo e qualità confrontarsi con i grandi spumanti del mondo.
- Manca ancora la consistenza ed il carattere che identifica la zona. Servono delle MGA? La risposta per me è NO, (visto che in molte zone dell’Alta Langa le vigne non hanno la storicità della Bassa Langa), ma semmai serve identificare 3-4 suoli che esaltano caratteri evidenti nei vini senza creare ulteriore confusione geografica nel consumatore finale che già è disorientato dalla microzonazione nel mondo del vino.
- Manca ancora forse l’aggregazione (che fa la forza) purtroppo alcuni dei players più importanti che hanno dato vita a degli spumanti di grande spessore nel mercato devono ancora entrare o stanno per entrare nell’Alta Langa.
- Mancano ancora le Cuvée de prestige quelle Cuvée (per intenderci il Giulio Ferrari o Annamaria Clementi della situazione) che fanno parlare di sé nel Mondo, ma non tarderanno ad arrivare credetemi è solo questione di tempo.
L’alta Langa e i competitors
In Italia
Sicuramente la Franciacorta (16 milioni di bottiglie) rimane il competitor più grande in Italia da emulare per lungimiranza imprenditoriale e perseveranza, ma forse più che competitor è una denominazione a cui appoggiarsi e poi differenziarsi insieme al Trento Doc ( 9 milioni di bottiglie che però con pochi player occupa la quasi totalità del mercato, c’è molta meno similitudine con l’Alta Langa sebbene sia un territorio di Montagna).
L’Alta Langa ha un forte consumo interno (Italia) spesso e volentieri localizzato (Piemonte, non per tutti i produttori) ma ritengo che l’Alta Langa diventerà prima più conosciuta all’estero proprio per l’approccio internazionale di molte delle case spumantistiche che la fanno da Leader e poi come ritorno di un Boomerang diventerà’ il ‘Must Have’ in the wine list in Italia e a questa considerazione mi allaccio per il punto successivo.
In Europa
L’Italia ha come mercati principali per i vini spumanti USA e UK che fra l’altro sono anche quelli più alti a valore e così lo sono anche Barolo/Barbaresco. Mercati dove questi vini stanno diventando un ‘Must talk’ da parte di tutti i giornalisti, dove l’apertura mentale al vino è sempre stata alta, difatti sono i paesi dove si trova la più grande offerta enologica nel mondo e dove la novità è sempre dietro l’angolo. Gli English Sparkling Wine (ESW) stanno crescendo enormemente nel mercato UK (anche come numeri quasi 16 milioni di bottiglie). Qualità, prezzo medio alto, presenza di diverse Cuvée de prestige, potenza di marketing e mediatico enormi grazie ai grandi investimenti esterni fatti negli ultimi 10 anni (vedi Taittinger). Il disciplinare è lontano parecchio da quello dell’Alta Langa e la competizione con gli ESW in UK in un negozio e/o carta vini non esiste anzi uno non esclude l’altro rimane il fatto che bisogna tenerli d’occhio.
Nel resto del mondo
Un altro competitor, sebbene ancora molto distante ma forse più o meno allo stesso livello dell’Alta Langa per certi versi sono i Tasmania sparkling wine (circa 4,5 milioni di bottiglie). Prezzo medio tra i 13-20 euro a bottiglia (una media che rappresenta in pieno l’Alta Langa) che hanno un diretta connessione con i due mercati sopra citati, per ovvi motivi di storicità. C’è da dire che la Tasmania non ha la stessa storicità, know-how e vendibilità del Made in Italy ma ha un grosso potenziale economico e deve puntare per forza di cose all’export senza considerare la grande qualità di prodotti emessi nel mercato perciò potrebbe essere un competitor diretto in UK e USA. Ultimo come interesse e qualità ma forse distante anni luce per prezzi e dinamiche di vendita sono gli Oregon Sparkling Wine che sembrano destinati a rimanere per un mercato interno (USA).
… e quindi?
L’Alta Langa è ancora nella fase iniziale, per ora ben riuscita, di introduzione con una strategia che si concentra sull’immissione del prodotto nel mercato, si consapevolizza della sua esistenza e costruisce e solidifica una reputazione con una distribuzione relativamente limitata a pochi canali accuratamente selezionati. Considerato anche il numero esiguo di bottiglie è anche difficile poter pensare per il momento di far paura ad altri spumanti.