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Rassegna stampa
Lo studio del genoma apre nuove strade alla lotta della Fillossera
Uno inedito studio europeo del genoma della Daktulosphaira vitifoliae, l’afide parassita responsabile della fillossera, apre la strada a nuove tecniche per combattere la grave malattia che a fine ‘800 ha rischiato di azzerare i vigneti del vecchio mondo.
La notizia è apparsa sul sito wine-searcher.com e riprende un articolo pubblicato sulla rivista on line BMC Biology, relativo a un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biologia dei sistemi integrativi (I2SysBio) dell’Università di Valencia.
Lo studio
Si tratta di un lavoro innovativo che in prospettiva può aprire la strada a un cambiamento del modo in cui i viticoltori combattono il parassita responsabile della fillossera nella vite.
- Lo studio è stato condotto da un consorzio internazionale che comprende più di 70 esperti provenienti da otto paesi in tutto il mondo. Il consorzio, creato nel 2011 e guidato dall’Istituto nazionale francese di agricoltura (INRAE), ha sequenziato con un livello di precisione mai raggiunto prima il genoma del parassita.
- Oggi si ha quindi non solo la conferma che il parassita è giunto in Europa dal Nord America. Ma si è anche consapevoli della sua origine, in una regione che si trova lungo il corso superiore del fiume Mississippi e dalla specie Riparia.
- Si è dunque riusciti a ricostruire con sicurezza tutte le tappe che hanno portato all’invasione che ha causato la distruzione di migliaia di ettari vitati in tutta Europa a partire da Bordeaux, nel corso del 19esimo secolo.
- Gli studiosi si sono concentrati sull’annotazione di una serie di geni, legati al ritmo circadiano del parassita e all’induzione della fase sessuale. Il ritmo circadiano, in cronobiologia, è un ritmo caratterizzato da un periodo di circa 24 ore.
- Lo studio ha permesso di sequenziare circa 2700 geni, più o meno il 10% del genoma dell’insetto.
- Il genoma ha quindi permesso di capire meglio le interazioni tra la parassita e le viti. In particolare gli studiosi si sono concentrati sui geni dell’insetto responsabili della secrezione di alcune proteine – note come effettori – che potrebbero essere coinvolte nella disattivazione delle difese di base della pianta.
- Nei vitigni della regione di origine, quindi le Vitis riparia del fiume Mississipi, la co-evoluzione tra pianta e parassita avrebbe consentito alle viti di sviluppare una sorta di naturale resistenza.
- Le viti coltivate in Europa, al contrario, non avendo subito lo stesso tipo di evoluzione, non hanno sviluppato un sistema di difesa altrettanto efficace, con il risultato che il parassita ha velocemente contagiato milioni di piante con il suo cocktail letale di effettori.
- Ora in prospettiva le informazioni raccolte sul genoma del parassita responsabile della fillossera, consentiranno di progettare strategie che inibiscono l’azione di queste proteine secrete dal parassita, attraverso interventi sulla pianta o sul parassita stesso.