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Enologia
La coltivazione di canapa favorisce i lieviti indigeni sulla vite
Studi recenti hanno dimostrato come la coltivazione di canapa tra i filari possa favorire la comparsa di lieviti autoctoni diversi e quindi, in prospettiva, anche una maggiore diversità nei vini prodotti. I risultati della ricerca neozelandese è stato ripreso in articolo pubblicato sulla rivista on line New Zeland Winegrower.
Lo studio
Lo scopo della ricerca era quella di valutare gli effetti della biodiversità sulla coltivazione di vite e sui vini prodotti.
- Kirsty Harkness è il primo viticoltore in Nuova Zelanda autorizzato a coltivare canapa industriale. Negli ultimi due anni ha condotto prove in diversi vigneti di Sauvignon Blanc nella regione di Marlborough.
- La canapa è stata usata per effettuare il cosiddetto “cover crop”. In agricoltura le cover crop, ossia le colture di copertura e sovescio, sono piante che vengono utilizzate per dare i micronutrienti al suolo, necessari al corretto metabolismo della pianta.
- I ricercatori hanno osservato che la canapa, oltre a essere particolarmente resistente e relativamente facile da coltivare, rappresenta una eccellente fonte di cibo per insetti benefici che, a loro volta, aiutano a proteggere le viti da predatori, parassiti e agenti patogeni.
- In corrispondenza dei vigneti coltivati a vite e canapa, infatti, si è potuto osservare un aumento nella popolazione di api e, cosa ancora più interessante, gli insetti degli alveari situati vicino ai campi coltivati a canapa raccoglievano molto più polline di quelli provenienti da alveari situati più distante.
- La canapa, inoltre, ha aiutato concretamente le viti a crescere e prosperare anche in condizioni ambientali particolarmente negative (la stagione 2019 e 2020 è stata molto secca), rallentando l’evaporazione dell’acqua dal suolo.
- Sempre a livello di terreno, infine, la ricerca ha anche evidenziato come la canapa abbia favorito la formazione di materia organica e carbonio, migliorando il cosiddetto scambio cationico.
- I mosti prodotti con uve provenienti da questi vigneti sono stati analizzati in laboratorio e non hanno rivelato differenze significative rispetto a quelli prodotti con le uve dei vigneti di controllo. Questo vuol dire che la canapa non ha influenzato la maturazione del frutto.
- Tuttavia, ed è questa la cosa più interessante, i ricercatori hanno rilevato una maggiore diversità nei lieviti indigeni presenti sulla pianta. In particolare la presenza di lieviti non saccharomyces è ritenuta particolarmente interessante in quanto potrebbe garantire risultati differenti nella produzione di vini fermentati grazie a lieviti indigeni.
- La ricerca ha infine escluso la presenza di cannabinoidi nell’uva.