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Climate change e water stress

  • Pubblicato da: Cristina Mercuri
  • Data 1 Dicembre 2021
Viticoltura - Climate Change e Water Stress

La disponibilità di acqua è sempre più un problema in alcune regioni produttrici di vino. Come può un viticoltore garantire al meglio la sostenibilità in fase di impianto o gestendo un vigneto in regioni soggette a siccità?

Il cambiamento climatico

La viticoltura è una delle attività più sensibili al clima e ai suoi cambiamenti. Il cambiamento climatico influisce sulla fenomenologia della pianta, deteriorando la qualità e quantità del raccolto, con evidenti perdite economiche. Il cambiamento climatico si manifesta con temperature più alte e con fenomeni atmosferici improvvisi, associati a lunghi periodi di siccità. Le regioni asciutte sono più siccitose di 30 anni fa. L’acqua è un bene necessario per il corretto metabolismo ormonale della pianta, perchè un eccessivo water stress determina un raccolto squilibrato e di cattiva qualità. I viticoltori possono intervenire con sistemi di irrigazione, ma questo rappresenta criticità da un punto di vista della sostenibilità. La sostenibilità deve essere ambientale, economica, sociale o legale. Oltre a un progetto di irrigazione sostenibile esistono scelte in vigna per un uso razionale di questa risorsa sempre più scarsa, al fine di poter continuare a produrre un raccolto della qualità desiderata.

In questo essay si discuteranno le opzioni disponibili al viticoltore nella fase di impianto e di manutenzione di un vigneto nelle regioni aride.

  • Rootstock e cloni
  • Densità di impianto
  • Prevenzione degli incendi
  • Sistemi di irrigazione
  • Limitare l’evaporazione
  • Apporto di nutrienti
  • Gestione della canopy
  • Conclusioni

Rootstock e cloni

In fase di istallazione di un nuovo vigneto in una zona arida è essenziale studiare la composizione dei suoli e scegliere la giusta composizione rootstock/clone. I terreni più ricchi di argilla si comportano diversamente da quelli più ricchi di sabbia. I terreni compatti assorbono l’acqua piovana nella parte più superficiale del terreno, mentre i terreni più sciolti permettono alle particelle d’acqua di drenare più in profondità. La composizione del terreno determina la scelta della rootstock più adatta. Anche il clone migliore per le zone siccitose è quello che tende a mantenersi moderato nella vigoria.

Selezionare la giusta composizione di rootstock e clone per il terreno del vigneto è un primo passo per fronteggiare la risorsa idrica sempre più scarsa.

Densità di impianto

In fase di installazione di un nuovo vigneto in zona arida è importante definire una densità più bassa perché le radici hanno bisogno di più spazio per cercare i nutrienti e l’acqua. Il rapporto tra qualità e resa e densità dipende dal clima e dalla composizione del suolo. In zone più calde e asciutte, con terreni mediamente fertili come Riverina, la densità di impianto è limitata alle 3.000/4.000 unità per ettaro. In altre zone, come in Priorat, i produttori allevano il Grenache con una densità di circa 2.000 piante per ettaro ad alberello. In questo modo le radici della pianta si estendono sia lateralmente che verticalmente per occupare tutto lo spazio disponibile e beneficiare al massimo delle scarse risorse idriche.

Quando la risorsa idrica è scarsa, studiare l’adeguata densità di impianto permette di ottimizzare l’assorbimento da parte della pianta.

Prevenzione degli incendi

In fase di installazione di un nuovo vigneto è importante prevedere vie o strade tra le porzioni di un vigneto contro l’eccesso di siccità che può causare incendi spontanei. L’eccesso di siccità è causa di incendi, e nelle regioni colpite, come la California, i produttori si attrezzano ricostruendo i nuovi impianti prevedendo vie di blocco tra una porzione e l’altra del vigneto. In questo modo l’incendio può essere più facilmente domato perché limitato a una porzione del raccolto. Nelle regioni più aride, prevedere il layout del vigneto aiuta a mitigare i possibili danni da incendio.

Sistemi di irrigazione

In fase di installazione di un nuovo vigneto si può studiare il sistema di irrigazione più adatto. I sistemi di drip irrigation e RDI (Regulated Deficit Irrigation) sono molto costosi in fase di istallazione ma si rivelano molto efficaci contro lo spreco di acqua. Il drip irrigation, in particolare, consente un risparmio di circa il 40% dell’acqua rispetto alla flood irrigation perché il sistema interviene con delle gocce che cadono direttamente in prossimità del tronco. La RDI permette un utilizzo differente nelle fasi di crescita e maturazione della pianta, creando leggeri water stress che risultano nell’attivazione dell’acido abscisico e conseguente regolazione del metabolismo carbonico nel grappolo.

Santa Rita in Cile ha incluso nel suo protocollo di sostenibilità un sistema di monitoraggio da remoto in vigna che permette di capire quando far partire gli impianti di RDI e in quali parti del vigneto. Inoltre, ha sviluppato un sistema di raccolta e riciclo delle acque piovane e degli scarti di cantina per minimizzare l’impatto ambientale. Purtroppo però la RDI non risulta efficace sui vigneti di nuovo impianto, perché nelle prime fasi di crescita, la pianta non deve mai andare in stress idrico, al fine di assicurare una crescita sana e piena dell’impianto radicale.

Investire in sistemi sofisticati per l’irrigazione è una scelta oculata per un approccio sostenibile all’acqua nelle regioni più siccitose.

Limitare l’evaporazione

Durante l’anno, per la gestione di un vigneto già esistente non basta ricorrere all’irrigazione, ma bisogna intervenire sul terreno. L’obiettivo è limitare l’evotranspirazione eccessiva del suolo e aiutare le radici a trovare nutrimento in profondità. In molte regioni del vecchio mondo, come l’Italia, l’irrigazione è vietata, e per questo si ricorre a rimedi diversi. Gaja interviene lasciando crescere alto il covercrop per poi passare per appiattirlo e ripiegarlo sul terreno, in modo da formare un manto protettivo e limitare l’evaporazione. Sempre in Italia, Trinoro interviene lavorando il terreno in modo da tagliare le radici superficiali e stimolare la direzione fittonante dell’impianto radicale. Anche nel nuovo mondo, come in California, un approccio sostenibile alla risorsa acqua è attuato con azioni sul terreno. Silverado in Napa utilizza conchiglie sotto il tronco della pianta come pacciamatura per limitare la traspirazione di acqua del terreno.

In manutenzione di un vigneto intervenire sul suolo è essenziale quando la risorsa idrica è scarsa.

Apporto di nutrienti

Si può intervenire poi con il giusto apporto di nutrienti. In particolare si monitora e si limita l’azoto nelle zone più aride perché tende a dare un eccesso di vigoria alla pianta. Quando la pianta è eccessivamente vigorosa, l’impianto fogliare abbondante tende a aumentare la sua traspirazione, rischiando di mandare la fotosintesi in blocco e quindi limitare la produzione in termini quantitativi e qualitativi. Molte aziende di grandi dimensioni, come Pernod Ricard Winemakers in Napa, si affidano all’intelligenza artificiale per monitorare e intervenire in vigna. Trellis è un sistema molto sofisticato che migliora la resilienza e l’uso razionale delle risorse e dei fertilizzanti in vigna.

Gestire e limitare i fertilizzanti permette alla pianta di crescere con il giusto equilibrio in zone siccitose. 

Gestione della canopy

Durante la gestione di un vigneto esistente è importante gestire la canopy e il trellis in modo da limitare l’evotranspirazione delle foglie della pianta. La traspirazione dell’acqua non avviene solo sul terreno, ma anche a livello delle foglie. Alzare o abbassare il sistema di trellis e modificare la canopy rappresenta un supporto. In zone molto ventose, come Northern Rhone, le piante di Syrah sono coltivate a gobelet e ad un’altezza inferiore al metro perché il Mistral disidrata eccessivamente la pianta riducendo il rapporto buccia/polpa e quindi diminuendo la qualità.

Altrove, come in Spagna, Torres ha deciso di intervenire alzando il trellis delle piante di Tempranillo per ritardare la maturazione e per limitare il rapporto foglie/frutto attraverso diradamenti. Ciò ha un drawback perché espone il grappolo alla luce diretta che rischia di scottare la buccia e creare squilibri nei livelli di antociani. Limitare la traspirazione eccessiva della foglia e del frutto rappresenta un approccio efficace per usare l’acqua in maniera sostenibile.

Conclusioni

Il cambiamento climatico rende sempre più scarsa una risorsa importante per la viticoltura: l’acqua. Intervenire in vigna con sistemi di irrigazione può rappresentare una soluzione, ma ciò deve essere sostenibile. Nelle regioni dove l’irrigazione è consentita è essenziale ricorrere a questa attraverso impianti volti alla riduzione degli sprechi. Un uso sostenibile dell’acqua include però anche una serie di scelte e azioni sia in fase di impianto che in fase di manutenzione della vigna volte a ridurre l’evaporazione della scarsa risorsa d’acqua.

Tag:Climate change, water stress

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Cristina Mercuri

Cristina Mercuri DipWSET, Presenter, Wine Educator e Master of Wine Candidate, è tra le 10.000 persone al mondo in possesso del Diploma WSET: leader mondiale nella formazione dedicata a vini, distillati e sake.

Cristina ha lasciato la carriera di avvocato per dedicarsi alla sua più grande passione, quella del vino. Ad oggi è Founder e Head of Education di Wine Club. Insegna agli studenti in tutte le fasi del percorso, da principianti a Candidati Diploma WSET, oltre che ai Sommelier e alle aziende di Wine & Spirits. E' presenter per i più importanti eventi sul vino in Italia come Vinitaly e Milano Wine Week, oltre che per eventi privati e promozionali.

Cristina ha più di 10 anni di esperienza nel settore e si distingue per la sua profonda conoscenza multidisciplinare.

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