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Vino biologico: un mercato in forte crescita
La categoria del vino biologico è in crescita da diversi anni: i consumatori sono sempre più attenti al tema della sostenibilità e si preoccupano di tutto quello che mangiano o bevono. Secondo il report “Organic Wine Market Forecast to 2028” di The Insight Partenrs rilasciato quest’estate il mercato del vino biologico dovrebbe raggiungere i 24.557,14 milioni di dollari entro il 2027. L’analisi tiene conto dell’impatto del Covid-19 e fa un analisi per tipologia, imballaggio e canale di distribuzione. Il fattore trainante risulta essere l’aumento della domanda di vino biologico da parte dei consumatori, che permette di conseguenza una produzione di vino biologico crescente. Un maggior numero di bottiglie a disposizione permette di ampliare la rete di distribuzione e rendere di facile accesso ai consumatori la reperibilità del vino biologico. Analizziamo quindi cosa vuol dire essere biologico e quali sono le previsioni per il futuro.
Vino biologico & Co.
Nell’UE il biologico è regolamentato dal 1991 e riguarda sia la produzione di prodotti che la vinificazione nello specifico per il vino. Attualmente è in vigore (dal 1 gennaio 2022) il Regolamento (UE) n. 2018/848 sulle norme relative alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. In sintesi il vino biologico deve essere prodotto senza l’uso di prodotti chimici o OGM, utilizzando fertilizzanti naturali come sovescio o compost. Ci sono inoltre limiti e divieti sull’utilizzo di additivi e solfiti, quest’ultimi anche per quanto riguarda il livello di solfiti totali una volta imbottigliato il vino.
Senza entrare troppo nel merito, perché occorrerebbe un articolo a parte, facciamo anche una breve distinzione con il vino naturale e biodinamico. Il vino naturale non è regolamentato, ma è un approccio produttivo che vuole una viticoltura meno interventista possibile sotto il motto de “il vino si fa in vigna“. Si cerca di limitare ogni pratica di forzatura e si tende a limitare anche l’uso dei solfiti al minimo indispensabile o a non usarli del tutto. Si prediligono fermentazioni spontanee, lieviti indigeni e non si fa uso di additivi o pratiche di aggiustamento.
Il vino biodinamico segue la filosofia avviata da Rudolf Steiner che vedeva una stretta relazione tra le energie del terreno, degli esseri viventi (come la vite) e quelle astrologiche. Queste connessioni andavano secondo lui mantenute in ogni tipo di coltivazione agricola, allineando le pratiche in vigna al calendario astrologico per attivare la fertilità del terreno secondo i cicli naturali, appunto biodinamici. Se un vino biologico è considerato naturale al 100%, in quanto prodotto coltivato e ottenuto senza aggiunte di sostanze sintetiche o manipolazioni, un vino biodinamico è, invece, il risultato di una coltivazione non solo naturale al 100%, ma ottenuto in completa connessione con i tempi della natura.
Indice di opportunità del vino SOLA
Abbiamo visto dal report che il vino biologico è in forte espansione, ma non è l’unico settore. La sua espansione è strettamente legata anche ad altri settori di cui vi abbiamo parlato in precedenza come ad esempio i vini senza alcol, che seguono lo stesso trend dovuto alla maggiore consapevolezza dei consumatori.
L’acronimo SOLA sta ad indicare i tre settori con maggiori potenzialità di crescita per il futuro nell’ambito del mondo del vino: Sustainably – Organic – Low Alcohol ovvero sostenibilità nella produzione, biologico e basso contenuto alcolico. Queste sono aree di opportunità che coinvolgono un pubblico consapevole, istruito, con intenzionalità di acquisto e che cercano prodotti che abbiano affinità con il loro stile di vita. I paesi analizzati sono 11 tra i quali Giappone, Canda, USA, non è presente l’Italia, ma altri paesi europei come la Germania, la Finlandia e il Portogallo. Il vino biologico è quindi un trend da non sottovalutare per la crescita del settore e anche per le aziende italiane che desiderano esportare in altri paesi è bene siano a conoscenza delle loro necessità.
Questo indice mette in mostra le esigenze del consumatore del futuro, che è rappresentato da generazioni sempre più giovani che sono molto attente a quello che mangiano e bevono, si informano e si formano grazie alla presenza ormai diffusa di corsi sul vino. I millenials e la Gen Z ci tengono al proprio benessere, seguono stili di vita sani e si preoccupano per il futuro del pianeta. Con l’emergenza climatica che stiamo vivendo sono sempre di più le persone che non voglio impattare sull’ambiente e penalizzano le aziende poco attente escludendole dai loro acquisti.
La crescita del vino biologico per un futuro più sostenibile
Il cambiamento climatico, l’attenzione all’agricoltura sostenibile, la crescita di nuove categorie di vino “alternativo”, l’aumento di un pubblico informato e attendo sono alcuni dei fattori significativi che guidano la crescita del mercato del vino biologico.
La domanda è stata stimolata da un aumento costante dei consumatori che desiderano bevande più sane, e non è un caso che il cibo biologico sia molto richiesto nelle economie più avanzate come negli Stati Uniti che si può dire abbiano lanciato il trend. Si è creato così un circolo virtuoso: l’aumento dei consumi e la richiesta maggiore di vino biologico, fa crescere le superfici vitate atte a essere biologiche, le leggi a riguardo quindi vengono perfezionate e questo fa si che l’uso di pesticidi e sostanze inquinanti diminuisce, impattando di meno sull’ambiente e garantendo maggiore sostenibilità per l’agricoltura del futuro.
Le nostre scelte di consumatori quindi possono portare un beneficio a tutta la società piegando il mercato al nostro volere e garantendoci prodotti più affini alle nostre esigenze.