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  • Gelate in vigna: che rischi ci sono per la produzione?

Gelate in vigna: che rischi ci sono per la produzione?

  • Pubblicato da: Cristina Mercuri
  • Data 13 Settembre 2022
gelate in vigna

Per gelata in vigna si intende l’esposizione prolungata a 0°c della pianta. Si nota in seguito sulla superficie esterna con colori bruni e bruciature. Siccome la pianta emette calore sotto forma di vapore acqueo, la temperatura fredda congela il vapore e brucia l’esterno della pianta. Eventi più severi di gelate avvengono quando temperature basse congelano parti vitali interne del tronco e rami della vite, per cui le cellule collassano ed esplodono causando danni gravi fino alla morte della pianta. Sebbene severe frost possono essere pericolose, anche in fase dormiente, se si scende sotto temperature di -20°C il momento di rischio maggiore è in fase di sviluppo, quindi in primavera.

Il climate change, come vi avevamo anticipato nell’articolo Cambiamento climatico e ripercussioni sul vino, ha enfatizzato il rischio legato alle gelate. Esistono due tipi di frost (o gelata): radiation e advection.

  1. Radiation accade quando a causa di poca umidità e notti serene il calore sale al cielo e una massa d’aria fredda scende e di stratifica sul vigneto;
  2. Advection è più rara e accade quando una massa di aria fredda si abbatte sul terreno.

Comprendere e prevedere che tipo di frost si abbatterà sul vigneto aiuta ad attivare efficacemente i rimedi e limitare i danni. Questo articolo discute quando e come i frost causano rischi alla produzione e quali sono i rimedi passivi, in fase di preimpianto e in manutenzione, e quelli attivi a disposizione per limitare i danni.

Gelate invernali in vigna

Le gelate invernali possono essere un rischio per la vita della pianta se le temperature scendono sotto -20°C. La Vitis vinifera adulta ha un tronco perenne per sopportare fino a una settimana a temperature basse. Siccome il freddo congela, l’acqua passa dallo stato liquido a quello solido e si espande. In fase dormiente il rischio è minore perché le riserve sono conservate nelle radici.

Il Riesling in Mosella può sopportare gli inverni rigidi, perché ha un tronco resistente, ma non resiste le temperature in Ningxia. Ao Yun deve interrare le piante di Riesling per proteggerle dalle temperature sotto i -20°C per oltre 10 giorni. In regioni così fredde ricorrere a vitigni resistenti è una soluzione adeguata. Nel Fingers Lakes ibridi come Seyval Blanc resitono alle temperature invernali senza danni da frost. In inverno le gelate in vigna possono essere un rischio se scendono sotto i -20°C perché congelano l’apparato radicale dove sono conservate le riserve idriche.

Gelate primaverili in vigna

Le gelate primaverili sono quelle più rischiose e il climate change ha inasprito i danni. Le gelate per radiazione possono avere uno strato di aria fredda alto dai 10 ai 30 metri. Siccome con un periodo consecutivo a temperature di almeno 10°C il flusso xilematico riprende, la pianta ricomincia la sua attività vegetativa producendo le gemme. L’aria fredda che scende su un vigneto e non ha la possibilità di defluire via congela le parti superficiali della pianta. Le parti verdi non protette sono quindi le più esposte come gemme o foglie. Per fare danni la temperatura deve scendere anche solo una notte sotto -1°C per danneggiare la quarta foglia. Barone Pizzini in Franciacorta ha perso quasi il 40% del raccolto nella gelata della primavera 2017. Le frost primaverili pongono rischi molto seri e per questo ci sono diversi rimedi da attuare.

Fase di preimpianto

In fase di preimpianto è necessario selezionare bene il sito e il vitigno. La vigna non deve avere elementi che bloccano il defluire dell’aria fredda, come monti o alberi. In aree fredde come Chablis i vigneti migliori sono quelli destinati al Grand Cru con esposizione a sud ovest. In questo caso il fiume Serein funge da mitigatore per la temperatura e l’umidità, limitando il rischio di gelate in quest’aera. Inoltre è bene selezionare vitigni tardivi, come il Pinot Meunier. In Champagne il climate change ha causato molti danni da frost negli ultimi anni e per questo Fleury ha aumentato i vigneti a Pinot Meunier, con germogliamento tardivo e più affidabile. Selezionare posizioni e vitigni adeguati permette di avere meno rischi dei danni da frost.

Fase di manutenzione

In fase di manutenzione ci sono molte attività che il viticoltore mette in atto al fine di mitigare i danni da gelata attraverso la gestione della potatura e il controllo delle erbe. Potare più tardi permette di limitare i danni perché sono ancora presenti i rami lignificati dello scorso anno. Lamole di Lamole in Chianti utilizza la doppia potatura: una pre-potatura per lasciare i rami dell’anno successivo molto lunghi, e una successiva per definire le gemme a frutto. Un’eventuale gelata dopo la pre-potatura andrà a colpire le gemme più esterne permettendo alle prime di rimanere fertili.

Anche la cura del terreno permette di controllare il rischio da gelate perché l’erba in fase primaverile rischia di avere una temperatura al suolo fredda, aumentando il rischio di danni. Lavorare il suolo e mantenerlo idratato con un’irrigazione, quando è prevista una gelata, limita i danni da irradiazione. Anche la gestione del training system e del trellis aiutano a limitare i danni da frost perché più i rami e i frutti sono vicini al suolo e maggiore è il rischio di danni. In Soave alcuni produttori stanno convertendo alcuni vigneti in pianura a pergola da Guyot per alzare il trellis. Gestire la vigna permette di limitare i danni di una gelata.

Rimedi estremi per contrastare le gelate in vigna

In caso di emergenza si interviene in campo con strumenti come stufe, ventole, sprinklers. Le stufe molto diffuse nelle zone di Cote d’Or permettono di avere un mocroclima a livello di terreno più caldo, e sono utili in caso di radiation frost perché alzano la temperatura al suolo. Il loro svantaggio è che le emissioni di CO2 arrivano a 70.000kg per ettaro quando se ne istallano 80-100 per ettaro. Per questo Fevre utilizza un filo alimentato ad elettricità che scalda i filari senza consumare petrolio.

Anche gli sprinklers protegono attraverso l’acqua, ma il consumo di quasi 40.000 metri cubi per ettaro è decisamente poco sostenibile per l’ambiente. Siccome la radiation frost si manifesta in condizioni asciutte, usare sprinklers aiuta a alzare i livelli di umidità e limitare l’impatto del frost. Cloudy Bay in New Zealand ha istallato ventole da attivare in caso di abbassamento delle temperature perché l’aria fredda che circola alza la temperatura ad altezza del cordone di 1-2°C limitando i danni da congelamento. La loro potenza e durata varia a seconda dell’altezza dello strato freddo e ciò può essere calcolato con le colonnine meteo. In caso di gelate in vigna si possono attivare rimedi di emergenza per limitare gli effetti dannosi.

In conclusione

Le gelate in vigna sono un danno soprattutto quando la pianta non è in fase dormiente. Le parti verdi dove la linfa circola possono gonfiarsi e collassare e rovinare buona parte del raccolto. Il climate change ha inasprito i rischi connessi alle frost e i viticoltori stanno cercando rimedi sia in fase pre impianto che post impianto. Selezionare il giusto sito e vitigno, gestire la potatura e intervenire con rimedi per aumentare la temperatura nel microclima della vigna sono gli step da fare per limitare i danni alla produzione.

Tag:clima, Climate change, frost, gelate, viticoltura

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Cristina Mercuri

Cristina Mercuri DipWSET, Presenter, Wine Educator e Master of Wine Candidate, è tra le 10.000 persone al mondo in possesso del Diploma WSET: leader mondiale nella formazione dedicata a vini, distillati e sake.

Cristina ha lasciato la carriera di avvocato per dedicarsi alla sua più grande passione, quella del vino. Ad oggi è Founder e Head of Education di Wine Club. Insegna agli studenti in tutte le fasi del percorso, da principianti a Candidati Diploma WSET, oltre che ai Sommelier e alle aziende di Wine & Spirits. E' presenter per i più importanti eventi sul vino in Italia come Vinitaly e Milano Wine Week, oltre che per eventi privati e promozionali.

Cristina ha più di 10 anni di esperienza nel settore e si distingue per la sua profonda conoscenza multidisciplinare.

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