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Winelover
Cosa vogliono i Consumatori oggi?
A mio avviso, i trend del 2023 sono accumunati da un unico cappello: climate change.
Sebbene siano ancora i boomers e baby boomers a definire i numeri del mercato, le nuove generazioni sono sempre più decisi su quello che vogliono: vini che riescano ad esprimere qualità elevata nel massimo rispetto di un clima che sta cambiando e che – in alcuni casi – diventa sempre più marginale. Molta attenzione è rivolta anche al packaging con la domanda in aumento di bottiglie più leggere, ma i trend a mio avviso più “hot” del 2023 sono due: valorizzazione di vitigni rari, autoctoni o ibridi; e vini provenienti da zone fresche o mitigate da elementi che garantiscono uno stile slanciato e acidità croccanti, come i vini di altitudine.
Valorizzazione del patrimonio viticolo e nuove frontiere scientifiche
La valorizzazione di vitigni antichi o autoctoni è un’esigenza sempre più forte per adeguarsi al cambiamento climatico. Vitigni come Frappato sono sempre più apprezzati sul panorama internazionale e le esigenze che si celano dietro questo fenomeno sono due: i produttori sanno di poter fare affidamento su una resa qualitativa costante nonostante il clima imprevedibile, i consumatori sono soddisfatti dal legame emotivo che connette questi vitigni a un territorio, ma anche dalla consapevolezza che quei vitigni riescono a reagire meglio ed adattarsi al clima, garantendo una beva rinfrescante e non appesantita. Anche il crescente interesse per i vitigni ibridi è un trend rilevante per il 2023. Sono il risultato di anni di impollinazione al fine di creare incroci resistenti alle principali malattie fungine o alla siccità estrema. In Italia se ne parla diffusamente solo da dopo la pandemia, e qui l’esigenza è chiara: ridurre il carbon footprint. Manifestazioni come la Rassegna PIWI organizzata dalla Fondazione Mach e altre iniziative stanno generando grande curiosità e consenso sia da parte dei consumatori, che dei produttori: gli ettari vitati – infatti – crescono velocemente di anno in anno (fonte: www.vitieviniresistenti.it).
Il potere del territorio
I vini di montagna, o di altitudine, sono sempre più richiesti perché il loro stile è contemporaneo. L’altitudine influenza lo stile finale del vino: temperature più basse si combinano a maggiori escursioni termiche, insolazione diretta e ventilazione. Ciò determina un accumulo fenolico e aromatico, mantenendo però alte le acidità. I vini risultano slanciati, con sentori freschi e concentrati, alto peso di palato in equilibrio con un’acidità vibrante. E’ lo stile che i consumatori amano adesso, rispetto a vini più rotondi, generosi ed abbondanti che erano in voga qualche anno fa. Ecco perché i vini di montagna sono sempre più richiesti.
I must have di Wine Club
Se il trend 2023 è bere vini che rispettino l’ambiente e che mantengano un’identità slanciata e contemporanea ci sono due etichette che vorrei eleggere a “must have” per quest’anno: il primo è il Valpolicella Classico Le Miniere, Tenuta Novare di Bertani 2021, che rappresenta l’enfatizzazione della tradizione attraverso la valorizzazione di vitigni autoctoni come la Corvina. Il vino mostra una deliziosa fragranza di frutti rossi, corpo esile e lineare, acidità fresca e tannini sottilissimi. L’altro è un vino più serio, che voglio celebrare perché coniuga l’eleganza alla sottile linearità. Sto parlando di La Luci di Cristo di Campobello. L’annata 2020 oggi si esprime con grande tensione ed eleganza riservata, grande peso di palato e acidità assertiva.