Quali sono i fattori in vigna che influenzano la scelta dei portainnesti?
L’impianto radicale della vite è la struttura che serve ad ancorare la pianta al terreno, assicurandone una giusta nutrizione. Nella viticoltura moderna i viticoltori ricorrono alla scelta di portainnesti che permettano una modifica della genetica della pianta per adattarsi ai fattori esterni della viticoltura e produrre il raccolto della quantità e qualità desiderata. Nei prossimi paragrafi, fattori quali resistenza alle malattie, struttura e compattezza del suolo, clima e umidità, vitigno e resa attesa verranno discussi in questo ordine, per capire come vengano scelti i portainnesti.
Resistenza alle malattie
La scelta del portainnesto è fatta per proteggersi da alcune malattie. L’arrivo dell’afide fillosera a fine 800 nei vigneti europei, per esempio, ha forzato l’industria a studiare incroci con radici di vite americana resistenti. Alcune zone del mondo sono rimaste immuni dall’azione letale dell’afide per molti anni.
In California la radice più diffusa era 11X3, un incrocio di Berlandieri x Vinifera perchè riusciva ad avere un controllo eccellente contro il calcare attivo. I recenti cambiamenti climatici hanno permesso alla Fillossera di resistere agli inverni meno rigidi e di diffondersi velocemente anche in California obbligando i Viticoltori a ripiantare le viti su radici resistenti. Alcuni produttori scelgono Berlandieri x Rupestris 039-16 perchè non solo difende dalla fillossera, ma grazie alle radici fittonanti riesce a proteggere la vite contro la siccità e contro le malattie causate dai nematodi. I nematodi sono un pericolo anche in Cile, ma aziende come Amayna preferiscono utilizzare dry farming e ricorrere al 140R perchè i nematodi non resistono nelle condizioni di siccità.
La scelta del portainnesto dipende dalle malattie che possono attaccare la vite.
Struttura e compattezza del suolo
La scelta del portainnesto dipende dal suolo. Il suolo è l’insieme di struttura, trama e consistenza che dà sostegno e nutrimento alle radici della vite. La possibilità di nutrire adeguatamente la pianta dipende dal suo pH e dalla sua compattezza. Terreni ricchi di argilla tendono ad avere più compattezza, essere più fertili e avere uno scambio cationico più veloce e pH più basso. Ciò significa che certi elementi possono essere più disponibili di altri, come azoto o alluminio. Al contrario suoli molto sciolti o drenanti, ricchi di sabbia, tendono ad essere più poveri, con pH più alto e una disponibilità di elementi nutritivi diversa. La scelta del portainnesto deve essere fatta in base a questi parametri del suolo per assicurare il giusto nutrimento equilibrato alla pianta.
Nei suoli freschi e umidi di Bordeaux alcuni produttori scelgono 101-14 Riparia x Rupestris per il Merlot perchè le radici possono restare in superficie e beneficiare dei nutrienti e dell’acqua. Al contrario nelle zone secche e sabbiose dell’Argentina, Bodega Zapata coltiva il Torrontes su 1103p Berlandieri x Rupestris per assicurare le radici fittonanti che possano scendere in profondità alla ricerca dei nutrimenti. In suoli particolarmente ricchi di calcare attivo le radici da scegliere devono essere resistenti per assicurare un intake di azoto. In Champagne, in certi clos dove la fillossera non è arrivata, alcuni produttori scelgono il Fercal o 41b Berlandieri x Vinifera sullo Chardonnay.
Le proprietà del suolo influiscono sulla scelta corretta del portainnesto.
Clima e umidità
Il clima e la disponibilità di acqua influenzano la scelta del portainnesto. Le due famiglie delle radici americane più usate sono Riparia e Berlandieri.
Riparia tende a dare poco vigore, adattarsi ai terreni più umidi e talvolta aiutare ad anticipare la fenologia della pianta, risultando quindi più adatta in climi freschi e umidi come Fingers Lake o in certe zone del Piemonte. Qui, molti produttori scelgono SO4 come incrocio di Riparia x Rupestris per limitare la vigoria del Nebbiolo.
La radice Berlandieri, al contrario, resiste alla siccità ed è vocata a dare vigore nella pianta, rivelandosi più adatta in climi secchi soleggiati e caldi. Alcuni produttori del Sud Africa utilizzano 110r Berlandieri x Rupestris per permettere allo Chenin Blanc di avere un adeguato shadow per proteggersi dagli intensi raggi UV. In zone aride come la Sicilia, molti scelgono 140R perchè le radici fittonanti possono penetrare a fondo nei terreni siccitosi.
Il clima e la disponibilità dell’acqua sono fattori essenziali da valutare per la scelta del portainnesto.
Vitigno
Il portainnesto deve adattarsi anche al vitigno. Ci sono vitigni che non possono adattarsi a certi portainnesti e risultano in morti precoci o qualità del frutto carente. Il climate change comporta un anticipo della vendemmia e un carattere più verde, dato anche dal caldo eccessivo che provoca blocchi nella maturazione fenolica. Il Cabernet Sauvignon mal tollera la radice Pulsen perchè anticipa la fenomenologia della pianta determinando note verdi e tannini non maturi. Il Syrah non tollera radici come il 110R perchè l’eccessivo vigore rischia di limitare la maturazione di elementi come il Rotundone. Alcuni produttori di Syrah in Cortona scelgono comunque questo portainnesto per la resistenza al caldo e siccità in Toscana, ma intervengono con defogliazioni al fine di esporre il frutto da dopo la fioritura. Il Pinot Noir non si adatta al 41b Berlandieri x Vinifera anche se tale portainnesto sarebbe ideale per i terreni con calcio attivo dello Champagne. Yann Alexandre ha deciso di coltivare il Pinot Noir sui terreni meno ricchi di calcio per dedicare quelli allo Chardonnay.
Il vitigno determina la scelta del portainnesto al fine della produzione di qualità.
Resa
La resa attesa e le considerazioni di carattere più economico sono un fattore che definisce la scelta del portainnesto. Zone fertili e calde dove l’ambizione è produrre rese alte ma di una qualità accettabile in termini di concentrazione del frutto spesso ricorrono a portainnesto atte a massimizzare la produzione e il vigore al fine della produzione entry level. In Riverina i sistemi di Ginevra Double Courtain permettono un trellis doppio con una doppia resa senza riduzione della qualità. In quelle zone una radice del tipo Berlandieri aiuta il vigore per una produzione elevata. Al contrario, in zone dove le rese sono limitate per obblighi legali o per un clima fresco e terreno povero ricorrere a portainnesti che limitano il vigore come la riparia aiuta la produzione limitata ma di buona qualità al fine di un prodotto premium.
La resa e l’obiettivo di ritorno dell’investimento sono fattori che determinano il portainnesto.
Conclusioni
I fattori di vigna influenzano la scelta del portainnesto perchè definiscono salubrità, qualità e quantità del raccolto. Fattori di protezione effettiva dalle malattie sono essenziali per difendere la vite dai parassiti. Il suolo e il clima sono fattori determinanti per la scelta del portainnesto perchè determinano come e in quale quantità la pianta possa nutrirsi, influenzando quindi resa e qualità. Il vitigno stesso è fattore da valutare per la scelta del portainnesto al fine di assicurare una vita lunga e sana alla vite e un raccolto della qualità desiderata. Infine il calcolo sulla resa e sul ritorno dell’investimento sono valutazioni da fare per la scelta adeguata del portainnesto.