Nessun prodotto nel carrello.
Rassegna stampa
I pilastri della sostenibilità
Jancis Robinson, nota autrice inglese e critica internazionale, ha recentemente pubblicato i risultati di una ricerca secondo cui i produttori americani, e non quelli europei, sono più attenti alla sostenibilità ambientale delle loro aziende.
Il sito sevenfifty.com ha pubblicato un lungo articolo in proposito, scritto proprio dalla Robinson.
- La prima considerazione da fare è che la maggior concentrazione di produttori attenti alla sostenibilità ambientale si trova in USA. Dallo studio condotto dal team di Jancis Robinson, 8 delle 18 aziende più sostenibili si trovano, infatti, oltreoceano. E le più virtuose in assoluto (all’interno della rosa valutata) sono risultate essere Brooks Wine in Oregon e Spottswoode Winery in Napa Valley.
- Le ragioni possono essere diverse. Ad esempio le aziende vinicole USA, a Napa e in Oregon in particolare, sono relativamente giovani è spesso hanno una mentalità aperta alle novità. Quasi nessun produttore di vino della California o dell’Oregon vanta una storia centenaria e comunque difficilmente si risale oltre la seconda generazione. E di conseguenza, spesso, le loro azioni sono più ispirate dalla passione che non dal profitto.
- In Europa, al contrario, buona parte dei produttori di vino vanta tradizioni secolari, difficili da scalfire, e soprattutto operano in una logica guidata dal profitto.
I 3 pilastri della sostenibilità
Quali sono gli aspetti presi in considerazione per valutare la sostenibilità di un’azienda vinicola?
- Attenzione all’ambiente. Questo pilastro si traduce in attività positive su tutta la filiera, dalla vigna all’imbottigliamento. Alcuni adottano regimi specifici e certificati, come il regime biologico o biodinamico, altri decidono di avere un approccio integrato, lavorando sempre per mantenere e incoraggiare la biodiversità in vigna. Una casetta per gli uccelli in un vigneto, per esempio, è un segno inequivocabile che in quella zona non si fa uso di pesticidi. Ma non solo, rispettare l’ambiente significa anche utilizzare energie rinnovabili ed avere un piano per la riduzione delle emissioni di carbonio nell’atmosfera: dall’uso di pannelli solari, luci led, o la scelta di contenitori alternativi al vetro, come l’alluminio o la plastica, o l’uso di bottiglie riciclate e più leggere.
All’aspetto ambientale, spesso l’unico veramente enfatizzato quando si parla di sostenibilità, se ne devono aggiungere almeno altri due, talvolta trascurati.
- Sostenibilità economica. Perché un’azienda sia sostenibile, deve sopravvivere e realizzare profitto. E, quando è possibile, questo profitto deve essere investito anche in favore di cause ambientali. Per tornare alle due aziende citate in precedenza, ad esempio, sia Brooks che Spottswoode dimostrano piena consapevolezza della loro realtà e devolvono ogni anno l’1% dei loro ricavi lordi (non solo dei profitti) a cause ambientali.
- Dimensione umana. L’ultimo aspetto, spesso trascurato, è un’autentica preoccupazione per il benessere della propria forza lavoro e della comunità locale. Il che si traduce, per esempio, nel preferire l’assunzione di personale stabile locale, rispetto a servirsi di lavoratori occasionali per una questione puramente economica. Alcune aziende promuovono anche attività sociali per le famiglie dei lavoratori, come asili, festival locali o ristrutturazioni di piazze o parchi.